Vincitore di due premi Oscar, per il miglior film straniero e per il miglior sonoro, "La Zona d'Interesse" è stato sicuramente tra i film più originali e più discussi della prima metà del 2024. L'originalità sta infatti nel trovare un nuovo modo di trattare un argomento come quello dell'olocausto che nel mondo del cinema è già stato analizzato in lungo e in largo.
Il film ci porta nella zona d'interesse di Auschwitz, vale a dire l'area che si estende per 25 miglia intorno al campo di concentramento. Qui vive il signor. Rudolf Höß, un comandante dell'SS, con tutta la sua famiglia. Con quest'ultima svolge delle azioni di una terrificante banalità e quotidianità mentre sullo sfondo sentiamo suoni atroci provenire dall'interno del campo di sterminio.
La pellicola è visivamente potentissima, ci pone davanti a scene familiari composte molto bene e che dovrebbero strapparci anche un sorriso, ma la desaturazione dei colori e quel muro sullo sfondo ci riporta sempre alla realtà mettendoci a disagio davanti alla fredezza con cui queste persone vivono una vita normale consapevoli del genocidio che sta avvenendo letteralmente a pochi passi da loro.
Parlando invece del sonoro possiamo dire che i vari premi siano meritatissimi, infatti quest'ultimo è studiato per farci capire perfettamente ciò che sta accadendo senza che nessuna scena all'interno del campo venga mai mostrata. Questo aumenta ancora di più il senso di disagio, perché noi sentiamo tutto e non vediamo nulla, proprio come la famiglia Höß, ma è evidente come loro sembrino risentirne nettamente meno di noi.
Nonostante la cornice sia eccellente, recitazione, regia, sonoro e fotografia, sembra che il film sia stato costruito intorno all'idea di base di mostrare la banalità del male, ma che non sia si riusciti ad aggiungerci altro attorno. La prima parte del film infatti è un susseguirsi di scene a se stanti che danno tutte lo stesso messaggio. Prese una per volta sono tutte sublimi, ma nell'insieme risultano un po' ripetitive, dando quasi l'idea che il progetto sarebbe stato più adatto ad un corto o medio metraggio.
Ovviamente il film resta comunque una buona visione e poi è sempre bello vedere al cinema certe sperimentazioni ed è sempre giusto ricordare una pagina così nera della nostra storia, anche e soprattutto attraverso l'arte. È importante però cercare di rimanere sempre oggettivi davanti a certe opere, cercando di non osannarle eccessivamente solo per il carico emotivo che portano con loro onde evitare di oscurare produzioni alle volte più meritevoli.