Nel caos e nella malinconia dell'isola di Ventotene, Paolo Virzì dipinge un ritratto affascinante e struggente dei nostri tempi attraverso "Un altro Ferragosto". Ambientato quasi trent'anni dopo il suo predecessore, il sequel si apre con un gruppo eterogeneo di personaggi che si ritrovano sull'isola per motivi diversi ma tutti con un senso di smarrimento e disperazione che li accomuna.
Sandro, un ex giornalista ora malato e in declino, trova un ultimo scopo nella vita scrivendo una lettera alla presidente della Commissione Europea per preservare la memoria dell'isola. Suo figlio Altiero, un giovane imprenditore di successo, riunisce gli amici del padre per un'ultima vacanza.
Dall'altra parte, i Mazzalupi incarnano l'aspirazione alla celebrità e alla modernità, ma dietro la facciata di influencer e sogni proibiti si nasconde una disillusione palpabile. Sabrina, ora diventata una star del web, sta per sposare Cesare, un opportunista con simpatie fasciste.
Nel cuore di questa trama, emergono temi che spaziano dal politico al personale, dall'idealismo infranto alla ricerca di significato. I Molino rappresentano una sinistra nostalgica che non accetta il presente, mentre i Mazzalupi sono il riflesso di una società superficialmente moderna ma vuota di valori. I contrasti sono evidenti: tra passato e presente, ideali e realtà distorta. Questi mondi si scontrano e si mescolano sull'isola, creando una tavolozza di emozioni contrastanti, dalle risate all'amarezza.
Il film di Virzì è una commedia di costumi con una riflessione pungente sulla complessa e fragile condizione umana contemporanea. Attraverso dialoghi taglienti e situazioni surreali, i personaggi esplorano la perdita di speranza e l'impasse emotiva di fronte a un mondo che sembra aver perso il suo senso.
Il bianco e nero onirico finale rappresenta forse la speranza di trovare pace e chiarezza al di là delle sfide quotidiane.